Descrizione
La Chiesa Madre dedicata all’Assunta si erge ai piedi del castello medievale, nell’antico borgo che intorno ad esso è sorto.
L’edificio risale al XIII secolo quando, a causa di un rilevante aumento demografico, l’antica chiesa parrocchiale, dedicata a santa Barbara, situata nei pressi dell’attuale cappella del Carmine al rione Castello, divenne insufficiente a contenere i fedeli raccolti in preghiera.
Nel XVII secolo, la chiesa fu riedificata ed ampliata.
Nel secolo scorso, ha subito danneggiamenti a causa di alcuni naufragi che, uniti ad un cattivo restauro, l’hanno resa grondante di umidità. Negli anni ’80, si è provveduto a limitare i danni sostituendo il tetto in legno con quello in cemento armato. Gli eventi tellurici del 1980 e del 1990 hanno reso necessari dei recenti lavori di ristrutturazione e di consolidamento (1991-1999).
La chiesa è stata riaperta al culto il 7 dicembre del 1999, quando ha subito un ultimo intervento strutturale: la collocazione del nuovo altare in marmo rivolto verso il popolo.
L’edificio, la cui struttura presenta una muratura continua in pietra locale consolidata e copertura voltata a botte, è in stile barocco, con una maestosa facciata settecentesca con tenui decorazioni, al centro della quale è presente il portale ricco di fini decori, e due campanili.
L’interno è a tre navate. L’imponente cupola in muratura, alta 32 metri e sovrastata da una struttura di protezione a falde inclinate in cemento armato, è stata realizzata nel 1754 su progetto dell’allievo del Vanvitelli, Ignazio De Juliis, di Napoli. La volta s’innalza sui due cappelloni laterali e sulla navata centrale che inizia con una grand’arcata sostenuta da due colonne corinzie. Essa mostra 16 colonne, 12 delle quali sistemate nei due cappelloni del Santissimo e di San Domenico, che sostengono con i loro capitelli un gran cornicione che gira intorno a tutta la chiesa.
Nell’abside semicircolare sono posti l’altare maggiore in marmo policromo e il coro ligneo, di buona fattura.
Sulle pareti dell’abside si notano quattro dipinti del 1932, firmati Grillo-Secorò, raffiguranti l’Annunciazione, la Natività, la Sacra Famiglia e la Discesa dello Spirito Santo.
Dietro l’altare, una nicchia ornata da due colonnine contiene la statua lignea della Madonna del Soccorso, mentre nelle altre cappelle si trovano ulteriori sculture lignee settecentesche.
Nella prima cappella a destra si possono ammirare due opere del XVII secolo: il Crocifisso ligneo e la tela dell’Ultima Cena, dipinto ad olio in cui si nota una profondità ristretta: un solo piano di fondo, un allineamento rigoroso delle figure intenzionalmente idealistiche tra la striscia bianca del tavolo della Mensa e il fondo scuro, in un’architettura ideale.
La chiesa ospita la statua lignea della Madonna del Vetere nel periodo autunnale e invernale, che ogni estate viene trasferita nel Santuario Santa Maria del Vetere.
Nel salone delle conferenze si può ammirare il dipinto su tavola di San Pietro, realizzato da Simone da Firenze nella prima metà del 500 e proveniente dall’abbazia di Sant’Angelo al monte Raparo.
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