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Descrizione

“Wild Lucania” è un progetto che ha dato vita ad una Riserva fotografica naturalistica diffusa che si estende per 50 ettari nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, nei pressi della Murgia di Sant’Oronzo, operativa dal 15 maggio 2015, nato dalla collaborazione del Centro studi naturalistici Nyctalus onlus con Skua Nature Group per realizzare attività di turismo sostenibile e, allo stesso tempo, monitorare le specie animali presenti, con il patrocinio della Regione Basilicata, del Parco nazionale Appennino lucano e del Comune di San Martino d’Agri.

Inoltre vi si può soggiornare, fare escursioni e diverse altre attività outdoor.

L’idea della riserva, è nata dalla volontà di far conoscere risorse della propria regione ancora inesplorate e non utilizzate, recuperandone l’aspetto più selvaggio.

Infatti essa, attraverso la fotografia naturalistica, l’osservazione degli animali e altre attività outdoor, si pone l'obbiettivo di coinvolgere una moltitudine di appassionati di escursionismo e di fotografia e di contribuire, in maniera attiva e consapevole, alla conservazione della biodiversità del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese e allo sviluppo di circuito eco-turistico virtuoso, mettendo al centro del sistema le reali risorse del territorio e una loro gestione sostenibile, che porta i visitatori a frequentare la riserva con un indotto economico che coinvolge guide, agriturismi, ristoranti e piccole attività commerciali.

Sin dai primi passi la riserva Wild Lucania ha raggiunto risultati importantissimi per la salvaguardia e la tutela di specie animali purtroppo fortemente minacciate, ed è entrato a far parte del Wild Photo Network, il più grande network Europeo di strutture e riserve create ex-novo e gestite con i più alti standard qualitativi ed etici, migliorando le condizioni ecologiche di alcuni habitat rendendoli più idonei per diverse specie di uccelli, anfibi, rettili e mammiferi.

Grazie al gruppo di collaboratori, naturalisti, biologi, guide ufficiali del Parco, speleologi, climber, è possibile partecipare ad escursioni ed escursioni fotografiche per osservare più di 40 specie animali (soprattutto avifauna) tra cui alcune molto rare, 50 varietà di orchidee spontanee ed altre piante rare.

Ecco un elenco delle specie che è possibile fotografare:
Nibbio reale (Milvus milvus)
Nibbio bruno (Milvus migrans)
Grifone (Gyps fulvus)
Capovaccaio (Neophron percnopterus) - Difficile da fotografare
Poiana (Buteo buteo)
Falco di palude (Circus aeruginosus)
Biancone (Circaetus gallicus)
Corvo imperiale (Corvus corax)
Gazza ladra (Pica pica)
Cornacchia grigia (Corvus cornix)
Lupo appenninico (Canis lupus)
Volpe (Vulpes vulpes)
Saltimpalo (Saxixola torquata)
Stiaccino (Saxicola rubetra)
Zigolo nero (Emberiza cirlus)
Sterpazzolina comune (Sylvia cantillans)
Sterpazzola (Sylvia communis)
Averla capirossa (Lanius senator)
Averla piccola (Lanius collurio)
Capinera (Sylvia atricapilla)
Cinciarella (Cyanistes caeruleus)
Cinciallegra (Parus major)
Beccamoschino (Cisticola juncidis)
Strillozzo (Emberiza calandra)
Fanello (Carduelis cannabina)
Poiana (Buteo buteo)
Corvo imperiale (Corvus corax).

Stiaccino (Saxicola rubetra),

Strillozzo (Emberiza calandra),

Fanello (Carduelis cannabina),

Ululone appenninico (Bombina Pachipus),

Tritone italiano (Lissotriton italicus),

Salamadrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata),

Rospo smeraldino (Bufo viridis),

Ramarro (Lacerta bilineata),

Lucertola campestre (Podarcis siculus),

Natrice (Natrix natrix), ecc.

 

Inoltre, le escursioni, consentono di godere di fiabeschi paesaggi appenninici, Calanchi e Gole rocciose.

All’interno dell’area, sono state realizzate diverse abbeverate per la fauna, in aree in cui non erano più presenti riserve d'acqua a causa di un progressivo abbandono delle campagne. Sono stati recuperati e rimessi in funzione pozzi, "cibbie e pilacc" che adesso vengono utilizzati per rifornire le abbeverate, mettendo così a disposizione della fauna locale dei punti di ristoro estivi protetti, monitorati e sicuri. In uno di questi abbeveratoi si riproducono due endemismi importantissimi del sud Italia: il tritone italico e l'ululone appenninico.

Oltre alle piccole riserve d'acqua, sono stati creati degli "stony habitat" per rettili, che fin da subito sono stati utilizzati dagli animali come rifugio, siti per la termoregolazione e aree di sosta per la caccia.

In più, la riserva è stata attrezzata con 4 capanni fotografici e di osservazione di ultima generazione, dove è possibile ammirare e fotografare le diverse specie che si avvicinano, immersi nel silenzio e nel verde, costruiti con materiale ecosostenibile e minuziosamente mimetizzati per non disturbare la fauna selvatica.
Appostati all’interno del capanno, è possibile fotografare gli uccelli che utilizzano i posatoi o gli abbeveratoi a pochi centimetri di distanza da loro e senza che si accorgano della presenza umana.

È il luogo ideale per gli amanti del birdwatching ed i fotografi naturalistici che, con i loro scatti, potranno aiutare a raccogliere una moltitudine di informazioni sull’ecologia e sui comportamenti delle specie frequentatrici dei capanni e contribuire al loro costante monitoraggio.

Senza dimenticare, inoltre, che gli animali, frequentando in maniera spontanea i siti e le aree a loro dedicate, si allontanano da zone a rischio in cui si trovano elettrodotti, strade ed aree industriali.

 

In altre parole, visitando i capanni e partecipando alle numerose iniziative si può contribuire alla salvaguardia delle specie più minacciate del Parco Nazionale Appennino Lucano. Per questo uno dei principali obiettivi del progetto è coinvolgere un numero sempre maggiore di appassionati di natura e fotografia.

 

Ecco quale informazione utile a chi volesse raggiungere la riserva:

Attrezzatura necessaria: Reflex; Obbiettivi a partire da 300mm. Cavalletto o monopiede. Per paesaggi grand'angolo e obbiettivi macro per la fotografia di orchidee, insetti e anfibi.

Periodo : Tutto l'anno, prediligendo primavera, estate e autunno. Per i rapaci invece sono più consigliati i periodi freddi o di mezza stagione, da settembre a maggio, ma sono facilmente avvistabili anche d'estate.

Come arrivare : Attraverso le autostrade o le linee ferroviarie che portano in Basilicata. Da Potenza: SS 407 "Basentana", poi SS 95 var. Tito-Brienza; poi SS598 Val d'Agri - Uscita San Martino d'Agri (al Km 63). Da Matera: SS 407 "Basentana", SS 598 "Val d'Agri" - Uscita San Martino d'Agri (al Km 63). Da Taranto e Sibari: SS 106 "Jonica", SS 598 "Val d'Agri"- Uscita San Martino d'Agri (al Km 63). In treno: Stazioni più vicine (Potenza, Sapri, Maratea, Policoro) in abbinamento con autolinee regionali.

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  • 05/10/2024 17:39 ora locale

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